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Tenuta Santini

Tenuta SantiniNel territorio di Coriano, sulle colline alle spalle di Rimini, la coltivazione della vite e dell’ulivo, si tramanda da tempo imemorabile.

La presenza di vitigni autoctoni su queste alture è testimoniata dal rinvenimento di tralci e frutti risalenti addirittura al Paleolitico, mentre le prime attestazioni certe di viticoltura sono datate al VI secolo a.C. In borgata Passano, si snodano i filari ordinati sui 22 ettari vitati della Tenuta Santini, stendendo le proprie geometrie su di un angolo di territorio che anche la presenza di una piccola base missilistica smilitarizzata ha contribuito a mantenere intatto nel tempo. Francesco, Enrico e Sandro Santini, eredi dei padri fondatori Giuseppe e Primo, dal 2001 hanno cominciato a riconvertire e rinnovare gli impianti secondo i moderni criteri della vitivinicoltura e, ad oggi, sono 8 gli ettari destinati alla vinificazione in loco. Il vitigno principale è naturalmente il Sangiovese, accanto al quale trovano un più circoscritto spazio alcuni vitigni internazionali (Syrah, Merlot, Cabernet Sauvignon). Il metodo di allevamento è il cordone speronato, la densità è di 3.300 piante per ettaro e la resa per ceppo non supera i 2 kg. Condizioni necessarie, queste, se si vuole portare alla luce il vero potenziale di questo “terroir”. Grazie anche alle competenze dell’agronomo Remigio Bordini e dell’enologo Lorenzo Landi, i lusinghieri risultati sono tempestivamente giunti: oltre a numerose menzioni sulle guide, la prima riserva di Cornellianum prodotta è entrata in finale per i tre bicchieri del Gambero Rosso, meta raggiunta anche dal Battarreo che si è inoltre aggiudicato la Medaglia d’Oro alla Selezione del Sindaco. Ora l’obbiettivo è quello di aumentare la quota di vigne dedicate alla vinificazione interna, un impegno che non prescinde dalla volontà di esaltare questo prospero lembo di terra racchiusa tra la Rocca di Montefiore e le torri di San Marino, come ben testimoniano i nomi dei vini prodotti: Beato Enrico (nobile pellegrino ungherese del XV secolo, in odore di santità sepolto in questi pressi), Battarreo (mutuato da Giovanni Antonio Battarra, autore della illustre opera La pratica agraria in cui l’abate corianese del XVIII secolo dedica un importante capitolo alla coltivazione della vite) e Cornellianum (antico nome latino di Coriano).


Beato Enrico - Sangiovese di Romagna Superiore D.O.C.
Uve: Sangiovese 100%
Ottenuto da cloni a grappolo spargolo, si presenta limpido, di un bel rosso rubino con riflessi porpora. All’olfatto si percepiscono note di viola mammola, prugna, ribes nero, foglie di tabacco e cannella. Al gusto rileva notevole struttura, offrendo buoni tannini e lasciando un piacevole retrogusto amarognolo. Attraversa una fermentazione a temperatura controllata in botti di acciaio inox e otto mesi di affinamento. Temperatura di servizio: 18°C. Abbinamento consigliato: petto d’oca scaloppato al timo.

Battarreo - IGT Rosso del Rubicone
Uve: 40% Sangiovese, 40% Cabernet Sauvignon, 20% Merlot
Il colore nero-violaceo, di trama fitta, rivela un frutto bordolese ricco e carnoso, che giunge al palato avvolgente e dolcemente polposo. Al naso si presenta nitido con sentori di spezie. Attraversa una fermentazione a temperatura controllata in botti di acciaio inox e 12 mesi di affinamento in barrique di Allier. Temperatura di servizio: 18°C. Si sposa bene con le carni rosse e gli arrosti.

Cornelianum - Sangiovese di Romagna Superiore D.O.C. Riserva
Uve: Sangiovese 100%
Mostra un consistente color rosso rubino, al naso è delicatamente fruttato, rivelando sentori di prugna, ciliegia, pesca matura e note di tostatura leggera. Pieno e morbido al palato rivela un’ottima struttura e una buona persistenza. Attraversa una fermentazione a temperatura controllata in botti di acciaio inox e 24 mesi di affinamento in barrique di Allier. Temperatura di servizio 18°C. Si abbina felicemente ai piatti a base di cinghiale ed alla cacciagione in generale.